Dall’epistolario di san Pio da Pietrelcina prendiamo una lettera che parla di umiltà. Ci interessa in particolare rileggerla al fine di capire quale sia la psicologia che sorregge il pensiero del frate stigmatizzato, qual è la sua idea di cammino spirituale: un equilibrio tra la confidenza assoluta in Dio Sommo Bene e il disprezzo di se stessi.
Di seguito una trascrizione semplificata dello scritto:
Stimati qual sei in verità, un nulla, una miseria, una debolezza, una fonte di perversità senza limite e senza attenuanti, capace di convertire il bene in male, di abbandonare il bene per il male, di attribuirti e giustificarti nel male e per amore dello stesso male, di disprezzare il sommo Bene.
Con questa persuasione fissa nella mente tu:
1. non ti compiacerai mai di te stessa;
2. non ti lamenterai mai delle offese;
3. scuserai tutti;
4. gemerai sempre come povera dinanzi a Dio;
5. non ti meraviglierai mai affatto delle tue debolezze; ma piena di santo rossore e di completa confidenza abbandonerai il tuo cuore sul petto del divin Maestro, come un fanciullo tra le braccia materne;
6. non ti esalterai punto nelle virtù, ripetendo il tutto da Dio ed a Dio.


