Oggi meditiamo sull’orazione iniziale della Messa in onore di San Giuseppe da Copertino, figura affascinante e mistica. La preghiera liturgica chiede a Dio, che ha disposto ogni cosa per attrarre l’umanità al suo Figlio unigenito, di concederci – per i meriti e l’esempio del santo – di essere elevati al di sopra delle cupidigie terrene, per giungere a Cristo.
In questa prospettiva si comprende il senso profondo dei fenomeni mistici vissuti da San Giuseppe, come le estasi e le levitazioni. Il “volo” del santo non è folklore, ma simbolo della totale attrazione dell’anima verso Cristo, centro della vita spirituale. GESU’ stesso disse: “Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me” – e proprio dalla croce, col cuore trafitto, egli attira a sé i cuori innamorati.
L’esperienza mistica di San Giuseppe diventa così immagine dell’elevazione dell’intera persona – corpo e anima – verso il Crocifisso. Anche se non abbiamo lo stesso dono, possiamo viverne il significato spirituale: lasciarci elevare interiormente, distaccandoci dai desideri materiali per amare GESU’ sopra ogni cosa.
È questa la richiesta dell’orazione liturgica: che il nostro cuore si orienti verso l’alto, rinunciando a tutto ciò che lo trattiene a terra. Una preghiera semplice ma profonda, da ripetere ogni giorno.


