La Messa tradizionale in onore di Santa Teresa di Gesù Bambino, celebrata il 3 ottobre, è un capolavoro liturgico che intreccia con grande armonia la Parola di DIO con la biografia spirituale della santa. Si apre con l’introito tratto dal Cantico dei Cantici (“Vieni dal Libano, o mia sposa…”), che richiama l’amorosa chiamata di Cristo alla sua “piccola sposa”, Teresa, entrata in clausura a soli 15 anni e morta a 24, dopo essersi offerta come vittima d’amore.
L’orazione iniziale fa riferimento al Vangelo: “Se non diventerete come bambini…”, e introduce il tema centrale della spiritualità di Teresa: la “piccola via” dell’infanzia spirituale, fondata su fiducia, umiltà e semplicità.
Il brano di Isaia, che parla di consolazione materna, acquista grande forza alla luce della “notte della fede” vissuta da Teresa negli ultimi anni: un periodo di aridità e oscurità interiore, vissuto con amore e fedeltà.
Il Vangelo ribadisce che nel Regno dei cieli il più grande è colui che si fa come un bambino. Collocato tra le celebrazioni degli angeli custodi (2 ottobre) e San Francesco (4 ottobre), questo periodo liturgico sembra diventare un vero “tempo dell’infanzia spirituale”, una teologia della piccolezza.
Bellissime anche l’alleluia (“Come rosa piantata sulle rive d’acqua”) e l’antifona alla comunione (“La custodì come pupilla del suo occhio”), che evocano l’amore fedele di DIO per chi, come Teresa, si dona a Lui completamente, anche quando si sente abbandonata.
Questa Messa, vissuta con attenzione, fa rivivere il cammino interiore della santa e offre una ricchezza spirituale profonda per tutti i fedeli.


