Continuiamo la lettura delle omelie di San Carlo Borromeo sulla Divina Eucaristia, scegliendo tre pensieri tratti da omelie pronunciate nel 1583, tra la diocesi di Como e quella di Milano.
Il primo pensiero è particolarmente forte: San Carlo ammonisce i cristiani che si accostano all’Eucaristia in stato di peccato, affermando che commettono un crimine più grave di quello di Giuda, poiché tradiscono il Signore una seconda volta. Mentre Giuda consegnò Cristo nella sua umanità mortale, chi riceve indegnamente la comunione consegna contro la sua volontà il Signore glorioso che regna nei cieli. Questo severo monito ci richiama alla responsabilità con cui dobbiamo accostarci al Sacramento, consapevoli che nell’Eucaristia il Signore si rende totalmente passivo, esposto al rischio dell’indifferenza e della profanazione.
Il secondo pensiero nasce da un’omelia rivolta ai commercianti e ai contadini. San Carlo denuncia l’errore di anteporre gli interessi materiali alla salvezza dell’anima, domandando: “La nostra anima dovrà essere condannata per un carro di fieno o di grano?”. Dietro questa immagine si nasconde una lezione sempre attuale: oggi non rincorriamo più carri di fieno, ma altri idoli – denaro, social, successo – che rischiano di distrarci da DIO. Il santo ricorda che prima di essere commercianti o lavoratori, siamo cristiani, e la nostra prima vocazione è quella religiosa, non economica o mondana.
Infine, nell’omelia alla Società del Santissimo Sacramento, San Carlo ricorda che attraverso l’Eucaristia ci uniamo a DIO e siamo quasi “deificati”. Chi partecipa con fede a questo mistero viene trasformato interiormente, e perfino i demoni temono tale unione. È dunque necessario risvegliare la fede e il rispetto per l’Eucaristia, consapevoli del dono immenso che in essa riceviamo.


