Proseguiamo la lettura dell’Imitazione di Cristo, arrivando al capitolo undicesimo del primo libro: La conquista della pace interiore e l’amore del progresso spirituale. Il testo ci invita anzitutto a non occuparci di ciò che dicono o fanno gli altri: se evitassimo di intrometterci in questioni che non ci riguardano, troveremmo una pace interiore molto più grande. È impossibile mantenere l’animo tranquillo quando si vive proiettati all’esterno o quando ci si raccoglie solo superficialmente in sé stessi. Beati i semplici, perché godono della vera pace.
I santi raggiunsero l’unione contemplativa con DIO perché seppero spegnere in sé ogni desiderio terreno, liberandosi dalle passioni. Noi, invece, siamo spesso assorbiti dalle preoccupazioni mondane e fatichiamo a correggere anche un solo difetto. Gesù ci ricorda nel Vangelo di Matteo: “Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”. Ma restiamo tiepidi, incapaci di slancio.
Se fossimo morti a noi stessi e avessimo una semplicità interiore sincera, potremmo fare esperienza delle cose di DIO. Il vero ostacolo è la mancanza di libertà dalle passioni: appena incontriamo una difficoltà, cerchiamo consolazioni terrene, ciascuno secondo le proprie abitudini. Eppure, se affrontassimo la battaglia spirituale con forza, l’aiuto del Signore non mancherebbe mai. San Paolo ricorda che DIO non permette tentazioni oltre le nostre forze e offre sempre una via d’uscita.
Il progresso spirituale non può ridursi a pratiche esteriori: occorre colpire la radice del male, liberarsi dalle passioni e conquistare la pace dello spirito. Strappare anche un solo vizio all’anno ci renderebbe presto migliori. Ma ciò richiede decisione iniziale e fedeltà nelle piccole cose, come insegna il Vangelo di Luca: chi è fedele nel poco è fedele anche nel molto. Resistere subito alle cattive inclinazioni è la via per non cadere in problemi più gravi.
Carissimi, ben ritrovati con don Diego su Amicizia Cristi. Proseguiamo la lettura dell’Imitazione di Cristo, arrivando al capitolo undicesimo del primo libro: La conquista della pace interiore e l’amore del progresso spirituale. Il testo ci invita anzitutto a non occuparci di ciò che dicono o fanno gli altri: se evitassimo di intrometterci in questioni che non ci riguardano, troveremmo una pace interiore molto più grande. È impossibile mantenere l’animo tranquillo quando si vive proiettati all’esterno o quando ci si raccoglie solo superficialmente in sé stessi. Beati i semplici, perché godono della vera pace.
I santi raggiunsero l’unione contemplativa con Dio perché seppero spegnere in sé ogni desiderio terreno, liberandosi dalle passioni. Noi, invece, siamo spesso assorbiti dalle preoccupazioni mondane e fatichiamo a correggere anche un solo difetto. Gesù ci ricorda nel Vangelo di Matteo: “Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”. Ma restiamo tiepidi, incapaci di slancio.
Se fossimo morti a noi stessi e avessimo una semplicità interiore sincera, potremmo fare esperienza delle cose di Dio. Il vero ostacolo è la mancanza di libertà dalle passioni: appena incontriamo una difficoltà, cerchiamo consolazioni terrene, ciascuno secondo le proprie abitudini. Eppure, se affrontassimo la battaglia spirituale con forza, l’aiuto del Signore non mancherebbe mai. San Paolo ricorda che Dio non permette tentazioni oltre le nostre forze e offre sempre una via d’uscita.
Il progresso spirituale non può ridursi a pratiche esteriori: occorre colpire la radice del male, liberarsi dalle passioni e conquistare la pace dello spirito. Strappare anche un solo vizio all’anno ci renderebbe presto migliori. Ma ciò richiede decisione iniziale e fedeltà nelle piccole cose, come insegna il Vangelo di Luca: chi è fedele nel poco è fedele anche nel molto. Resistere subito alle cattive inclinazioni è la via per non cadere in problemi più gravi.


